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DOMANDE FREQUENTI SULLE CALZE COMPRESSIVE

Perché una calza terapeutica con bordo in silicone scivola?


Il bordo in silicone ha vissuto un vero e proprio boom come opzione alternativa di fissaggio nel corso degli ultimi anni. I buoni prerequisiti per garantire la tenuta senza scivolamento sono: presenza del minor numero possibile di peli sulla pelle, limitata sudorazione, gambe toniche e di normali proporzioni, lavaggio quotidiano delle calze.


L'utilizzo di calze terapeutiche può portare ad una perdita di forza muscolare delle gambe


La compressione esterna agisce come una sorta di contrafforte per i muscoli. Questo esercita i muscoli e promuove la forza muscolare. Il presupposto per questo è: movimento, movimento, movimento.


Quanto durano le calze o i collant terapeutici?


Quando indossate tutti i giorni e adeguatamente curate, le calze terapeutiche hanno una durata di circa 6 mesi. Dopo questo tempo, le fibre elastiche iniziano a logorarsi e l'effetto della compressione diminuisce. Per questo motivo, dopo circa 4-6 mesi di utilizzo, è bene rivolgersi al tecnico specializzato per una verifica dello stato della calza.


Per determinare la taglia corretta, è necessario utilizzare un metro a nastro o si può fare a “occhio”? Sono disponibili gambaletti con una banda adesiva superiore?

Per determinare le misure precise, è necessario utilizzare un metro a nastro non elastico. Le misure devono essere prese preferibilmente la mattina, con la gamba sgonfia, e da personale addestrato (come quello presente nei negozi di Sanitari/Ortopedie).
Sì, sono disponibili gambaletti su misura in maglia piatta con banda adesiva in silicone per migliorare la tenuta.


Posso lavare in lavatrice e centrifugare le calze terapeutiche?

Tutte le calze terapeutiche prodotte da Aziende CERTIFICATE, ovvero le calze che hanno superato i tests di qualità e ottenuto le relative certificazioni dei quali i più importanti sono:


Le calze e i collant compressivi soddisfano tutti i requisiti in materia di legislazione sui dispositivi medici rispondendo alla direttiva CEE 93/42 della Comunità Europea


Le calze terapeutiche compressive sono conformi a tutte le norme RAL in vigore. Le disposizioni di controllo comprendono tutte le norme vincolanti per la produzione delle calze terapeutiche compressive, quali:

  • caratteristiche dei materiali (sicuri dal punto di vista della tollerabilità)
  • controlli continui, per esempio quelli effettuati dall'istituto di ricerca Hohenstein
  • caratteristiche di elasticità in lunghezza e in senso trasversale
  • classi di compressione da I a IV (classi di compressione I-III per le braccia)
  • produzione di calze su misura e di serie

possono essere lavate in lavatrice e centrifugate. Si consiglia di usare il ciclo delicato fino a 40 °C, un detersivo per tessuti delicati e di non utilizzare ammorbidente



l'Azienda Produttrice ha ottenuto la Certificazione secondo le norme EN ISO 9001 e EN 46001, sistema generale di management della qualità


LE NOSTRE PROPOSTE


ALTRE DOMANDE FREQUENTI:

Una volta tolta o chiusa una vena safena dove scorre il sangue?
Il sistema venoso è come una grande rete stradale dove quando viene chiusa una strada, il traffico viene deviato su percorsi alternativi. Il sistema venoso è così ampio e ramificato da compensare l'eliminazione di una o più vene.

Perché si parla di vene superficiali e profonde delle gambe?
Nelle gambe ci sono due gruppi principali di vene: quelle profonde e quelle superficiali. Le vene profonde sono localizzate in profondità nella gamba e nella coscia, circondate dai muscoli, perciò non sono visibili. Esse trasportano la gran parte del sangue venoso dalla periferia al cuore.
Le vene superficiali sono localizzate sotto la pelle e sopra i muscoli e trasportano una quantità di sangue molto minore rispetto alle vene profonde. Data la loro posizione, vicino alla superficie della pelle, sono spesso visibili all'esterno.

Cosa si intende per flebite?
La flebite è un'infiammazione di una vena delle gambe, in particolare di una vena superficiale. La vena colpita si presenta arrossata e indurita, come un cordone, e può provocare dolore spontaneamente o quando è toccata.

Ho sentito parlare di trombosi venosa profonda, cos'è?
La trombosi venosa profonda (chiamata anche tromboflebite o flebotrombosi) non è altro che la formazione di un trombo (coagulo di sangue) nelle vene profonde. Il coagulo può aumentare di volume nella vena fino ad occluderla, ostacolando così la circolazione venosa. Se una parte del coagulo si frammenta può arrivare ai polmoni, attraverso il sistema venoso, causando un'embolia polmonare che in alcuni casi può rivelarsi fatale.

Cosa succede in caso di embolia polmonare?
Se l'embolo è di piccole dimensioni, può non aversi alcun sintomo. Se l'embolo è di grosse dimensioni, si può verificare anche la morte improvvisa. Talora vi è un dolore al torace, che peggiora con la respirazione:

- mancanza di respiro
– tosse con saliva con presenza di sangue
– sensazione di accelerazione del battito cardiaco
– svenimento

Come si sviluppa una trombosi venosa profonda?
I sintomi più frequenti sono il gonfiore ed il dolore dell'arto interessato.
Il gonfiore è dovuto all'ostacolo alla circolazione venosa causato dai trombi. La localizzazione e l'intensità dei sintomi variano con la sede della trombosi. Il dolore tende a peggiorare con il movimento e con lo stare in piedi fermi. Altri sintomi sono l'aumento di temperatura e il cambiamento di colore della pelle, che può diventare pallida, arrossata o violetta. Se la trombosi è di lieve entità e non ostacola la circolazione venosa può essere asintomatica.

Cosa può causare una trombosi venosa profonda?
La contemporanea presenza di un rallentamento (stasi) della circolazione venosa con una tendenza del sangue a coagulare può causare una trombosi venosa profonda (TVP). Anche un trauma a livello venoso può provocare una trombosi. Si ha un rallentamento del flusso sanguigno quando si sta fermi in piedi, a letto o seduti, per molto tempo, per esempio dopo un intervento chirurgico o dopo una frattura alle gambe.
Si ha un aumento della tendenza del sangue a coagulare, in gravidanza, nelle donne sottoposte a trattamenti ormonali (pillola o terapia ormonale sostitutiva in menopausa) e quando vi è un tumore maligno.
Può essere presente anche nel paziente una predisposizione genetica alla trombosi, per la presenza di un sistema della coagulazione “iperattivo”.

Come si diagnostica una trombosi venosa profonda?
Non basta una semplice visita per confermare od escludere con sicurezza la presenza di una trombosi, anche se alcuni sintomi e segni possono far sospettare una trombosi. L'esame strumentale più utilizzato è l'ecodoppler. Si tratta di un esame che utilizza gli ultrasuoni, non è invasivo, doloroso o pericoloso. Esso permette di “vedere” le vene e verificare la circolazione al loro interno. Un altro esame, la flebografia (decisamente più invasivo) è riservato ai casi che rimangono dubbi dopo l'esecuzione dell'ecodoppler.

Come si cura una trombosi venosa profonda?
La terapia anticoagulante, la compressione elastica con calze terapeutiche ed il trattamento, in casi selezionati, con trombolitici o con un intervento, che devono essere sempre indicati da uno specialista.
Le calze a compressione graduata sono utili ?
Tutti gli specialisti sono concordi nell'affermare che le calze a compressione graduata, in particolare quelle terapeutiche, costituiscono uno dei più efficaci e validi strumenti per la cura delle malattie venose. Il loro utilizzo è indispensabile sia dopo l'intervento chirurgico delle vene (riducono il dolore, la formazione di ematomi etc…) ma anche come misura conservativa in grado di prevenire il peggioramento delle vene varicose. Non a caso vengono consigliate nei primi stadi della malattia e durante la gravidanza.

Cosa si intende per terapia sclerosante?
Consiste nell'iniettare un liquido sclerosante nella vena da trattare. Questo liquido provoca una lesione nella parete interna del vaso e successivamente una occlusione. La vena trattata si trasforma in un cordone fibroso e scompare nel tempo (alcuni mesi).

Quali vene vengono sottoposte a scleroterapia?
Prima di ogni trattamento deve essere eseguito un esame obiettivo delle gambe, nonché un ecodoppler del sistema venoso profondo e superficiale. Possiamo quindi distinguere diversi tipi di vene varicose, le dilatazioni delle piccole vene superficiali o dei capillari. La scleroterapia può essere usata con successo su tutti i tipi di vene, ma nella maggioranza dei casi le vene safene hanno una indicazione chirurgica.

Che durata ha la scleroterapia?
Solitamente sono necessarie varie sedute ambulatoriali per sclerotizzare le varici e i capillari. Dopo il trattamento dovrà essere indossata una calza elastica oppure, nei casi di varici maggiori, la gamba verrà fasciata per alcuni giorni. Il paziente dovrà camminare normalmente. Di solito le varici scompaiono abbastanza rapidamente, mentre i capillari richiedono tempi più lunghi (anche qualche mese).

La scleroterapia può essere effettuata anche nel periodo estivo?
In linea di principio si. Si deve però tenere presente che le bende e le calze, consigliate dopo il trattamento, si tollerano meglio in una stagione meno calda. Inoltre deve essere evitata l'esposizione al sole per almeno quattro settimane prima e due settimane dopo il trattamento.

Quali sono gli inconvenienti più comuni?
Esempi di rari inconvenienti sono:
Alterazioni cutanee di colore brunastro sopra la vena o il capillare sclerotizzato (pigmentazione).
Infiammazione cutanea, formazione di un coagulo nella vena o nel capillare; in tal caso può rendersi necessario lo svuotamento del vaso con la puntura di un ago o una piccola incisione.
Formazione di una lesione cutanea, in seguito ad una necrosi del tessuto paravasale, per lo stravaso del liquido sclerosante.

Trattamento laser o scleroterapia?
Il laser si è rivelato utile nel trattamento delle piccole teleangiectasie rosse superficiali, come la couperose facciale. Per quanto riguarda le gambe questo tipo di trattamento non è altrettanto efficace per la origine diversa delle varicosità.

Le calze terapeutiche sono tutte uguali?
Certamente no. In Italia purtroppo non esistono, come invece succede in molti paesi europei, normative precise per quanto riguarda questo prezioso dispositivo medico. La calza terapeutica è praticamente un prodotto su misura, infatti prima dell'acquisto devono essere rilevate le misure dell'arto del paziente dal medico o da personale preparato (infermiera o addetto del punto vendita). Il consiglio che possiamo darvi è di acquistare un prodotto che presenti una certificazione di qualità che non sia il solo marchio CE. Ad esempio il marchio RAL GZ è quello più diffuso tra le calze terapeutiche di maggior qualità.

Le calze elastiche terapeutiche sono utili nella prevenzione e nel mantenimento dei risultati ottenuti. Esse devono rispondere a criteri di fabbricazione e qualità definiti da normative specifiche, quella tedesca RAL-GZ 387 è adottata dalla maggioranza dei produttori europei:

  • fabbricazione con telai circolari (anche lineari solo per alcuni tipi di calza su misura);
  • produzione con materiali di qualità definita dalla normativa;
  • degressività ed uniformità della compressione dal basso verso l'alto;
  • assenza di interruzioni nella maglia del tessuto (cerniere etc.), perché determinano la perdita di uniformità nella compressione;
  • dichiarazione della classe di compressione in mmHg. alla caviglia e lungo tutto l'arto inferiore;
  • estensibilità della maglia nei due sensi per facilitare i movimenti articolari;
  • tessuto areato per permettere l'evaporazione e la traspirazione cutanea;
  • tallone lavorato a maglia che permetta il posizionamento anatomico della caviglia e quindi la compressione di riferimento sulla zona specifica della gamba;
  • perfetta adattabilità alla forma dell'arto inferiore;
  • garanzia della durata della compressione nel tempo per almeno 4-6 mesi, a seconda dei tipi di filati usati nella confezione della calza.

1. Cosa sono le calze Anti-Emboliche?
Sono calze che si indossano in caso di degenza prolungata a letto per evitare complicazioni dovute ad emboli o trombi.

2. Chi deve utilizzarle?
E' il medico che, prima di un intervento chirurgico, richiede l'utilizzo della calzaantoembolica (gambaletto o monocollant).

3. Si possono portare a letto?
Sono soprattutto consigliate per l'uso in posizione clinostatica.

4. Quale calza anti embolica devo utilizzare?
Dietro prescrizione medica a secondo del tipo di operazione da eseguire.

5. Vanno usate sempre?
No, solo in caso d'ospedalizzazione, con consiglio o prescrizione medica.

6. Si possono richiedere su misura?
Le calze antitrombo emboliche non si eseguono su misura.

7. Perchè il foro sotto la punta del piede?
E' il foro d'ispezione che serve al Medico per controllare che le dita del piede abbiano una corretta irrorazione ematica, dopo l'intervento.

8. Si possono avere colorate?
No, perchè le calze di color bianco sono igieniche e rivelano subito eventuali disfunzioni.

1. A chi sono consigliate le calze preventive?

A chi ha gambe affaticate e gonfie alla sera, con un inizio significativo di problemi venosi. In generale, le donne e gli uomini che svolgono dei lavori sedentari o che rimagono in piedi a lungo, in macchina o altro mezzo di locomozione, per lunghi tratti.

2. La calza preventiva è diversa da una normale?
Quelle preventive sono fatte in modo da ottenere una compressione decrescente dalla caviglia alla coscia. Contrariamente alle calze normali, i filati hanno una lavorazione a tessitura anatomica. La compressione massima viene esercitata a partire dalla caviglia e, a decrescere, risalendo la gamba.

3. Che cos'è la compressione graduata?
E' quella compressione esercitata dalla calza con valori a scalare dalla caviglia al sotto-ginocchio ed alla coscia, a seconda del segmento (calza) che si indossa, quali gambaletto, calza, monocollant o collant.

4. Qual è la composizione delle calze compressive
Sono fabbricate con filato elastico Lycra Dupont che presenta doppia ricopertura con filati sintetici quali microfibra, cotone o poliamide.

5. Un consiglio utile per la salute delle gambe?
Va seguita una buona alimentazione ricca di fibre, vitamine e sali minerali, bere acqua, non fare bagni con acqua molto calda o esporsi a fonti di calore, come sole, bagno turco, sauna e sabbiature. E' utile posizionare le gambe ad un livello più alto rispetto al cuore, ponendo un rialzo sotto i piedi quando si è a letto.

6. Le calze preventive servono per curare problemi di circolazione venosa alle gambe?
Le calze preventive servono a mitigare la stasi venosa e a prevenire patologie più importanti.
7. Altre caratteristiche specifiche?
Le calze preventive hanno significative caratteristiche di morbidezza, inoltre sono normalmente sottoposte al trattamento antibatterico Sanitized.

8. Come lavarle correttamente?
Si possono lavare in lavatrice col "ciclo delicati" possibilmente dentro appositi contenitori o a mano in acqua fredda, con sapone neutro. Devono essere asciugate senza utilizzare fonti di calore, sopra un panno od un asciugamano di spugna.

9. Fino a quando durano?
Le calze e i collant preventivi hanno una durata che dipende dal tipo di denaratura dal lavaggio e da come si utilizzano; se utilizzate correttamente hanno una durata soddisfacente. I tipi a maglia a rete o doppia rete, durano di più dei modelli a maglia liscia o velata (più eleganti). La compressione, comunque, ha una durata massima che non supera al massimo i 2/3 mesi.

10. Come si misura la compressione?
La compressione si misura in mmHg (millimetri di mercurio) con apparecchi specifici. Le calze preventive e Terapeutiche sono controllate con apparecchiature M.S.T., secondo i parametri europei.

11. Cosa sono i "denari"?
I "den" (denari) indicano il peso del filato utilizzato per ogni prodotto

12. Che differenza c'è tra i vari tipi di maglia?
Presenta una gamma con diverse denarature, in maglia liscia, velata, più trasparente, di minor durata ma di maggior gradimento estetico, in maglia rete, a nido d'ape, o in doppia rete per uso pratico quotidiano, di maggior durata, sia del prodotto che della compressione.

1. Qual'è la durata della compressione?

Le calze Medical correttamente e regolarmente utilizzate secondo le indicazioni inserite nella confezione, assicurano una compressione costante per 6 mesi garantita dal fabbricante.


2. Come lavare le calze?
Lavare le calze a mano in acqua tiepida (ca. 30°C) con un sapone neutro o detersivi per capi delicati. Non bisogna strizzare la calza, ma comprimerla invece tra due asciugamani, per eliminare l'acqua. Va asciugata lontana dalla luce diretta del sole e da fonti di calore, e in posizione orizzontale senza stirarla. Il lavaggio in lavatrice è possibile solo a bassa temperatura (30°C), inserendo le calze in un sacchetto protettivo o in un apposito contenitore.

3. Come si determina la compressione più indicata?
Solo il medico specialista, col quale si è in cura, in base alla patologia riscontrata, può indicare il tipo di compressione e di calza da utilizzare.

Sì, è raccomandabile però l'uso di creme che non ungano, per non sporcare la calza.

5. Come e quando prendere le misure?
Le misure vanno prese o dal medico curante o dall'operatore sanitario al mattino, appena alzati, quando eventuali gonfiori di gambe ed irregolarità sono meno accentuati, nei punti da loro indicati: alla caviglia (B), polpaccio (D) e coscia (G).

6. Quando le misure standard non vanno bene, cosa fare?
Si possono eseguire le calze su misura, ma che non superino i 100 cm. alla coscia. Nota bene: la misura presa in un punto errato, può far variare le misure, quindi bisogna sempre verificare con un tecnico le misure più appropriate.

7. E' faticoso indossare una calza? Cosa posso fare per evitare lo sforzo fisico?
Chi deve indossare una calza terapeutica deve rispettare quanto segue:
a) Curare le unghie dei piedi, le callosità possono usurare le calze. Le calzature non devono avere sporgenze al loro interno;
b) Le calze vanno indossate al mattino quando le gambe non sono gonfie, utilizzando dei guanti di gomma con grip. Uno strato di talco cosparso sulla gamba renderà l'operazione molto più semplice;
c) Non indossare oggetti appuntiti (anelli, braccialetti, ecc.);
d) Nei modelli a punta aperta, utilizzare il calzare o un infilacalze adatto alle vostre necessità;
e) Allargare l'apertura della punta del piede consentendo allo stesso di scivolarvi dentro agevolmente; posizionare in modo corretto sia la punta che il tallone.
f) Superato il tallone, posizionate la calze sopra la caviglia, rilasciandola con cura affinchè sia ben tesa evitando delle pieghe che potrebbero procurare fastidi;
g) Infilate la calza senza tirarla con troppa forza e posizionatela perfettamente. Per toglierla, abbassatela fino alla caviglia rovesciandola. Tiratela dalla punta del piede con cura.
h) Nei Punti Vendita potete trovare gli articoli per aiutare, soprattutto le persone anziane, ad infilare senza sforzo o fatica le calze terapeutiche. I guanti di gomma con grip sono sempre indispensabili.

8. Si possono fare bagni con temperature alte, saune e bagni turchi qualora vi siano casi di insufficienze venose agli arti inferiori?
Ogni fonte di calore come la sauna, i bagni termali ed esposizioni al sole procurano una dilatazione dei vasi sanguigni, quindi nei casi d'insufficienza venosa è consigliato evitarli.

9. Quale tipo di calza Terapeutica è consigliata?
Il tipo di calza (detto anche "segmento") è consigliato dal medico: gambaletto, calza, monocollant o collant.

10. Che differenza c'è tra il cotone e la microfibra?
Oltre ad una questione "estetica", le calze in microfibra sono indicate per tutto l'anno, mentre quelle in cotone per coloro che hanno allergie ai filati sintetici e soprattutto nella stagione calda. La durata della compressione è garantita per 6 mesi, naturalmente se si rispettano tutte le avvertenze d'uso.

11. Le donne in gravidanza devono temere le vene varicose?
E' molto facile che le vene varicose compaiano durante la gravidanza, anche se tendono a scomparire del tutto dopo la nascita del bambino.
Comunque è raccomandabile indossare, per tutta la gravidanza, calze a compressione, come da consiglio medico. L'impiego di calze a compressione è importante per avere un effetto benefico in tutto il circolo venoso materno.

12. Cambia la durata della compressione a seconda del filato?
No, la durata della compressione è la stessa, coi valori dichiarati dall'etichetta della scatola e dell'articolo.


13. Nella stagione calda è giusto indossarle?
Certamente! E' proprio nella stagione calda che le le calze compressive devono essere indossate, come il vostro flebologo vi ha consigliato.

14. Perchè ci sono calze con la punta aperta?
La punta aperta offre il vantaggio di non stringere le dita in caso di deformazioni ed è molto facile da indossare grazie all'apposito infilacalza. Molte donne indossano un collant "normale" sopra quello a compressione: in questo caso la punta aperta non si vede.




CTG The Compression Terapy Study Group

04/08/2014

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